Pisapia alla festa dell'Unità: "A Milano abbiamo cambiato il modo di fare politica"
"Non si rottama tutto il passato, si tiene il buono e si guarda avanti": Il sindaco ha ricordato che "grazie alle primarie si sono superate tutte le diffidenze che c'erano nella coalizione"
"Nelle primarie ci sono stati momenti di scontro che sono immediatamente terminati non appena sono finite le primarie. Questo è l'aspetto positivo: essere riusciti a superare le diffidenze" tanto che poi le persone con cui sono avvenuti gli scontri "sono diventati miei assessori". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, alla presentazione del suo libro Milano città aperta alla festa nazionale dell'Unità, ricordando "le polemiche su venti righe del libro in cui parlo di alcuni attuali assessori, con i quali mi sono scontrato alle primarie. Io volevo parlarne in senso positivo" proprio sul tema del "superamento delle diffidenze".
Così per Pisapia "bisogna mantenere i lati positivi" di quanto fatto dalle amministrazioni precedenti "con valori e paletti diversi" come per gli interventi di Porta Nuova: "i lavori sono iniziati con la scorsa amministrazione ma noi abbiamo preteso verde e servizi. Prima i costruttori erano quelli che comandavano. Noi abbiamo preso le cose positive e non le abbiamo rottamate ma proseguite cambiando in parte direzione. E' cambiato il modo di fare politica. Solo la collaborazione fa crescere" perché "il bene primario da raggiungere e' quello della comunità". In questo senso Pisapia ha rivendicato il fatto che a Milano "si è cambiato modo di fare politica".
Alla domanda sull'insegnamento che arriva al Pd dall'esperienza di questa amministrazione, Pisapia ha spiegato che "a Milano non solo si puo' vincere ma si vince e si deve ancora vincere. In passato accadeva che a Milano si è candidato qualcuno perché potesse perdere nel modo migliore. Noi abbiamo sfatato questa situazione. Adesso a Milano si partecipa alle elezioni per vincere e per continuare il buon governo che voi milanesi avete fatto in questi anni".
Il sindaco ha affrontato anche l'emergenza profughi: "Se in tutti i Comuni ci fosse la volontà di accoglienza dimostrata da Milano il problema dell'immigrazione sarebbe superabile e già superato". Il sindaco ha dato atto che se non ci fosse stato "il terzo settore da soli non ce l'avremmo fatta. Da Milano - ha aggiunto - sono passate oltre 70mila persone". Accolte con dignità anche se in qualche caso è stato inevitabile creare qualche disagio agli altri. "E mi scuso - ha sottolineato - per i disagi, abbiamo fatto di tutto perché non ci siano più".
La serata si era aperta con un ricordo della madre di Pisapia, Margherita Agnoletto, scomparsa venerdì. Il sindaco ha sottolineato come la madre sia stata "un esempio di come comportarsi nella vita" e ha raccontato la sua reazione il giorno dell'invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione Sovietica, quando entrò "in camera furente, urlando 'è questo il comunismo che volete'. Non era il comunismo che volevamo, ma il dialogo era difficile. Aveva sempre con sé il bastone e il battipanni, come deterrenti, ma quella volta non ci ha picchiati"
Verso Comunali Milano 2016... | e-participation ed eventi a Milano e sua area metropolitana: cittadini e amministratori assieme per una citta' partecipata
Così per Pisapia "bisogna mantenere i lati positivi" di quanto fatto dalle amministrazioni precedenti "con valori e paletti diversi" come per gli interventi di Porta Nuova: "i lavori sono iniziati con la scorsa amministrazione ma noi abbiamo preteso verde e servizi. Prima i costruttori erano quelli che comandavano. Noi abbiamo preso le cose positive e non le abbiamo rottamate ma proseguite cambiando in parte direzione. E' cambiato il modo di fare politica. Solo la collaborazione fa crescere" perché "il bene primario da raggiungere e' quello della comunità". In questo senso Pisapia ha rivendicato il fatto che a Milano "si è cambiato modo di fare politica".
Alla domanda sull'insegnamento che arriva al Pd dall'esperienza di questa amministrazione, Pisapia ha spiegato che "a Milano non solo si puo' vincere ma si vince e si deve ancora vincere. In passato accadeva che a Milano si è candidato qualcuno perché potesse perdere nel modo migliore. Noi abbiamo sfatato questa situazione. Adesso a Milano si partecipa alle elezioni per vincere e per continuare il buon governo che voi milanesi avete fatto in questi anni".
Il sindaco ha affrontato anche l'emergenza profughi: "Se in tutti i Comuni ci fosse la volontà di accoglienza dimostrata da Milano il problema dell'immigrazione sarebbe superabile e già superato". Il sindaco ha dato atto che se non ci fosse stato "il terzo settore da soli non ce l'avremmo fatta. Da Milano - ha aggiunto - sono passate oltre 70mila persone". Accolte con dignità anche se in qualche caso è stato inevitabile creare qualche disagio agli altri. "E mi scuso - ha sottolineato - per i disagi, abbiamo fatto di tutto perché non ci siano più".
La serata si era aperta con un ricordo della madre di Pisapia, Margherita Agnoletto, scomparsa venerdì. Il sindaco ha sottolineato come la madre sia stata "un esempio di come comportarsi nella vita" e ha raccontato la sua reazione il giorno dell'invasione dell'Ungheria da parte dell'Unione Sovietica, quando entrò "in camera furente, urlando 'è questo il comunismo che volete'. Non era il comunismo che volevamo, ma il dialogo era difficile. Aveva sempre con sé il bastone e il battipanni, come deterrenti, ma quella volta non ci ha picchiati"
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