Ma sta diventando un problema grave l’assedio dei Rom che, in Galleria, appostati vicino ai locali e alle boutique delle grandi firme della moda, selezionano con sguardi complici le possibili prede per poi derubarle abilmente. E il Corso Vittorio Emanuele squaderna ogni genere di merce contraffatta, con petulanti e ossessivi “commercianti” extracomunitari che inseguono con insistenza e, a volte, insultano il passante malcapitato.
I negozianti sono esasperati, i turisti sbigottiti, gli unici che fan festa sono loro, sicuri di poter agire indisturbati. D’altronde Pisapia ha, a suo tempo, affermato che non esiste il problema sicurezza a Milano, che bisogna proteggere le minoranze (Rom), che si deve avere un occhio di riguardo nei confronti degli “ospiti”. Ma di intensificare i controlli, di potenziare la vigilanza, proprio no: Pisapia
non intende farlo. Probabilmente pensa di tacitare lo sbigottimento dei visitatori dell’EXPO, raccontando la sua filosofia buonista e la sua visione da Alice nel paese delle meraviglie. Nel frattempo, come riferisce Il Giornale “in piazza Duomo, sono le guide turistiche a protestare per i gruppi di extracomunitari che con la scusa dei braccialetti della fortuna marcano stretto le turiste e spesso (troppo spesso) infilano la mano nelle borsette.
L’ironia? Mesi fa il Comune spedì un esercito di vigili dell’Annonaria a ribaltare gli esercizi della Galleria. Il bilancio, dopo ore di controlli: tre multe, per due cartelli sul fumo esposti, ma non perfettamente a norma, e per le piastrelle di una cucina. Erano quasi tutti in regola. Seguirono polemiche e (ovviamente) lo sfogo dei negozianti: «Noi trattati come delinquenti, e gli abusivi intanto continuavano a lavorare indisturbati».
La sicurezza, anche nel salotto buono di Milano, � un�utopia: grazie Pisapia
L’ironia? Mesi fa il Comune spedì un esercito di vigili dell’Annonaria a ribaltare gli esercizi della Galleria. Il bilancio, dopo ore di controlli: tre multe, per due cartelli sul fumo esposti, ma non perfettamente a norma, e per le piastrelle di una cucina. Erano quasi tutti in regola. Seguirono polemiche e (ovviamente) lo sfogo dei negozianti: «Noi trattati come delinquenti, e gli abusivi intanto continuavano a lavorare indisturbati».
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